Pagine

mercoledì 5 dicembre 2018

Vito Pertosa


IL PERSONAGGIO
Il manager del satellite tutto made in Italy: «Papà costruiva rimorchi»
L’emozione di Vito Pertosa, fondatore del gruppo pugliese Angel che controlla Sitael, la società che ha costruito il satellite messo in orbita dalla SpaceX di Elon Musk: «Sono partito aiutando mio padre a costruire rimorchi agricoli e adesso mi occupo di satelliti»

di Michelangelo Borrillo
Vito Pertosa

Vito Pertosa, 59 anni: nel 2009 è stato nominato cavaliere del lavoro


Dalle 19,32 dello scorso 3 dicembre c’è un satellite, a 575 chilometri dalla Terra, che misura i livelli di radiazioni presenti nella bassa orbita terrestre e testa le tecnologie per le future missioni educative dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea. Lanciato e messo in orbita da un razzo Falcon 9 della SpaceX di Elon Musk — partito dalla base californiana di Vandenberg — la particolarità di Eseo (European student Earth orbiter) è che si tratta di un satellite tutto italiano. Un evento che mancava dal 2005, da quando, cioè, l’Alenia Spazio si fuse con la francese Alcatel Space, che poi nel 2006 vendette la sua quota ai connazionali di Thales. Il satellite è stato sviluppato — per conto dell’Esa e con un importante contributo dell’Agenzia spaziale italiana — dalla Sitael di Mola di Bari, leader mondiale nei piccoli satelliti (Eseo pesa 50 chilogrammi). La Sitael fa capo al gruppo Angel di Monopoli, fondato da Vito Pertosa, che controlla anche altre società high-tech (e destina il 12% dei ricavi alle attività di ricerca e sviluppo): Mermec, che produce treni di misura, e Blackshape, che si occupa di aerei in fibra di carbonio.

Il primo pensiero di Pertosa, dopo il lancio in orbita, è rivolto al passato, a quanta strada ha fatto: «Sono partito aiutando mio padre a costruire rimorchi agricoli e adesso mi occupo di satelliti». Poi, però, arrivano il presente e il futuro: «La missione Eseo — aggiunge — rappresenta una tappa fondamentale dello sviluppo dei nostri satelliti e conferma il ruolo primario di Sitael nella new space economy. In azienda siamo tutti orgogliosissimi e felicissimi del lancio del satellite, che sia tutto italiano e che la nostra azienda sia pugliese». Per la missione Eseo, Sitael ha svolto il ruolo chiave di prime contractor: oltre a realizzare la piattaforma satellitare, ha avuto anche il compito di coordinare i team delle 10 Università europee coinvolte nel progetto (in Italia, Bologna) di 8 Paesi (Germania, Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Estonia, Polonia, Ungheria e Italia). Aspettando il primo spazioporto europeo di Grottaglie — per il quale Pertosa ha siglato un accordo con Richard Branson di Virgin — da cui partiranno i turisti spaziali del futuro, i successi di Angel non si fermano ai satelliti: grazie a recenti contratti, Blackshape fornisce i velivoli alla scuola di volo della compagnia Transavia del gruppo Air France-Klm e Mermec treni e sistemi di misura alle ferrovie di Singapore, Australia, Marocco, Kenia, Tanzania, Hong Kong, Regno Unito. Tutto, partendo dalla Puglia. «Il segreto? Non si trova nei manuali di management — conclude Pertosa — ma nella vita di tutti i giorni: occuparsi del prossimo, che significa colleghi, clienti, fornitori, familiari e tutti coloro che, come dice papa Francesco, nel ruolo di prossimo ti trovi ogni giorno davanti». Una missione da Angel, non c’è dubbio.

venerdì 3 novembre 2017

Il Faro di Monopoli

torre faro di Monopoli -webfoto
Il Faro di Monopoli,immerso nella vita caotica dei pescatori e del molo di levante "molo Margerita "alto circa 15 m,in forma esagonale svolge una funzione di segnalazione all'ingresso del orto sin dall'anno in cui mandò i primi lampi luce ai naviganti nel 1878.
Torre esagonale a fasce bianche e rosse alto 15 m circa!

Talmente amo la mia città Monopoli (BA) ,visto che sono un artista :Pittore,scultore,modellismo e quant'altro , ho pensato bene di costruire un diorama-modello del faro della mia città in cui nacqui,oltre a costruire ho assemblato anche un circuito elettrico con diodo led variabile per imitare l'intermittenza giusta del faro vero ,riuscento in questo brillantemente,
Faro di Monopoli modellismo autore Mario Rizzo Arte

Faro di Monopoli video di Mario Rizzo Arte


mercoledì 4 novembre 2015

Riscoprire la storia recente: I rifugi antiaerei di Monopoli



Monopoli, in provincia di Bari, piazza Vittorio Emanuele. Una lastra nel terreno riporta l’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”. Sotto il livello stradale si sviluppa un budello di gallerie in cui è facile perdersi. Quattrocento metri che percorrono la grande piazza in centro formando una X: era un rifugio antiaereo durante la Seconda guerra mondiale. Uno dei più capienti in Puglia, poteva ospitare fino a 1.800 persone. Il Comune ha appena ottenuto un finanziamento di quasi un milione di euro per recuperarne gli spazi: il cantiere si aprirà a marzo 2016 e l’obiettivo è di fare di quei cunicoli labirintici una sorta di museo storico, un’esperienza multimediale in cui l’ausilio di audio e video permetterà ai visitatori di comprendere l’angoscia di quanti, al primo allarme di incursione aerea, erano costretti a correre verso il rifugio per cercare salvezza (di Anna Puricella)

http://video.repubblica.it/edizione/bari/monopoli-sotto-la-piazza-in-centro-c-e-un-enorme-rifugio-antiaereo/216604/215788

 

venerdì 30 ottobre 2015

L'italo-venezuelano Vito Ippolito rieletto presidente della Fim (federazione internazionale di motociclismo)!

Vito Ippolito
 

CARACAS - L’italo-venezuelano Vito Ippolito è stato confermato per la terza volta Presidente della FIM all’assemblea generale tenutasi a Jerez. Lo hanno votato i rappresentnti di 103 associazioni nazionali.
Per il terzo periodo consecutivo, l’imprenditore di origini pugliese siederà sulla poltrona della presidenza della Fim. Nel 2006, Ippolito vinse le elezioni che si svolsero a Salvador, in Brasile. In quel momento i suoi rivali erano: il francese Mougin, l’olandese Jos Vaessen e il tedesco Hans Robert Kreuzt. Allora il manager di 58 anni prese la staffetta della presidenza dall’italiano Francesco Zerbi. Da segnalare che il manager italo-venezolano è il primo non europeo che siede sulla poltrona più importante della Federazione Internazionale  di Motociclismo.
In questa occasione, l’imprenditore nato 62 anni fa a Monopoli, ottenne 62 voti, mentre il suo unico sfidante, il portoghese Jorge Viegas 41.
“Sono molto contento di aver avuto l’opportunità di poter continuare nel ruolo di Presidente della FIM - ha detto dopo la sua elezione Ippolito -. Vorrei ringraziare i miei sostenitori per la lealtà manifestata, non solo oggi, ma negli ultimi otto anni. In tempi recenti, la FIM ha realizzato molto, ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare. Sono contento di poter accompagnare la FIM, perché ci saranno molti cambiamenti nel corso dei prossimi quattro anni”.
Il mondo dei motori è nel Dna della famiglia Ippolito: suo padre Andrea è stato pilota, manager e dirigente sportivo. Vito negli anni ’90 è stato presidente della Federación Motociclista Venezolana (Fmv) ed anche della Uniòn Latinoamericana de Motoclismo (Ulm), fondata dal padre nel ‘74.
“La passione per i motori viene senz’altro dalla mia famiglia, perche mio padre (Andrea, n.d.r) era corridore di moto in Italia e quando è arrivato in Venezuela nel 1954 ha continuato a correre. Sin da ragazzino ho vissuto in un ambiente circondato dalle motociclette”.
Ippolito insieme al
campione del mondo Carlos Lavado
Dopo la morte del padre, nel 1983, Vito prende le redini del team Venemotos-Yamaha, squadra con cui Carlos Lavado vinse i campionati mondiali della classe 250cc nelle stagioni ‘83 e ’86. A cavallo del 1988 e 1999 Ippolito è stato l’organizzatore del Gran Premio del Venezuela della classe 250 cc
Fuori dalle piste, Vito Ippolito ha conseguito una laurea in Filosofia, è stato uno dei fondatori e giocatore del Caracas-Yamaha (attualmente Caracas FC), squadra di calcio che sotto la sua direzione è arrivata dalle categorie inferiori fino alla serie A venezuelana.
La sua elezione non è stata una sorpresa anche se c’erano movimenti in seno alla FIM, soprattutto per l’emergere delle ambizioni del Presidente della Federazione del Qatar (QMMF) Nasser Khalifa Al-Attiyah, ex vicepresidente della FIA. Una accusa di corruzione alla quale ha risposto lo ha forse ostacolato quest’anno, ma è indubbio che sarà lui il candidato del futuro. L’Assemblea generale ha poi eletto i tre vice-presidenti: Nasser Khalifa Al-Attiyah, il polaco Andrzej Witkowski ed il francese Jacques Bolle, ex pilota (ha corso con Yamaha, Motobeca e Pernod nella 125 e 250) e Presidente della Federazione Motociclistica Francese.

L’impegno assunto da Ippolito sarà irto di difficoltà. Infatti, dovrà ricondurre la FIM ad un ruolo attivo nel motociclismo. Attualmente la FIM è poco più che la segreteria della Dorna, limitandosi a firmare gli atti previsti dal protocollo di intesa, un contratto che affida alla società spagnola i diritti di gestione del motomondiale dal 1992.
http://elitalovenezolano.blogspot.it/2014/11/litalo-venezuelano-ippolito-rieletto.html
 

giovedì 25 giugno 2015

Monopoli,la mia prima volta in Puglia



Treasures by Elisa Chisana Hoshi

Monopoli, la mia prima volta in Puglia

By: Elisa Chisana Hoshi On: lunedì, giugno 22, 2015  In: blogtour, Italia, magia nelle città, mare, mete alternative, mete insolite, Monopoli, Puglia, travelblogger  3 comments

C'è stato un tempo in cui la Puglia mi appariva lontanissima. Il momento giusto per andarci non arrivava mai e con le sue facciate bianche, il suo mare trasparente e la sua immagine un po' misteriosa di trulli disseminati sulle colline io l'ho attesa a lungo nei miei inverni torinesi. L'ho ascoltata nei racconti degli amici che avevano i parenti giù e che a fine estate tornavano carichi di buon umore favoleggiando di epiche mangiate a base di lampascioni e burrata, friselle e lupini.

Ogni cento metri il mondo cambia - Roberto Bolaño - tweet it!
Adesso posso dirlo: sono stata molto fortunata ad aspettare: la mia prima volta in Puglia è stata a ‪Monopoli‬, che mi ha tenuta a battesimo con un'accoglienza generosa e un calore che non dimenticherò. Perché Monopoli, lasciatemelo dire, è davvero un posto speciale.


Monopoli, Porto Vecchio - foto di Elisa Chisana Hoshi
Monopoli, Porto Vecchio di prima mattina

Alla scoperta di Monopoli

Chi abita sulla Costa di Bari conosce bene Monopoli per le sue spiagge e calette suggestive: la sua è una posizione strategica per visitare il Salento e la Valle d’Itria, e a pochi chilometri ci sono Polignano Ostuni. Alberobello è così vicina che confina con una delle 99 contrade monopolitane, che insieme formano il mosaico variegato di un entroterra di muretti a secco e masserie, tutto sui toni del bianco, del verde e dell'ocra.


Le campagne di Monopoli - foto di Elisa Chisana Hoshi
Le campagne di Monopoli
Quello di Monopoli è un territorio che ha saputo mantenere intatto il suo carattere originario: lontano dai picchi del turismo di massa e con prezzi ancora contenuti offre ottime sistemazioni e svariate attività ai suoi visitatori. La genuina accoglienza dei monopolitani mi ha conquistata subito. Il centro storico, tra i suoi vicoletti e balconi fioriti, chiesette e i palazzi signorili, oggi è un fiore all'occhiello di cui andare fieri, ma in passato non era così: passare per le vie del centro era considerato poco raccomandabile, e riesce davvero difficile crederlo oggi che appare così straordinariamente bello.


Per le vie del centro storico di Monopoli - foto di Elisa Chisana Hoshi
Per le vie del centro storico di Monopoli, la meraviglia
Per orientarvi in questo dedalo di viuzze bianche potete contattare l'Associazione Pietre Vive, che organizza visite e percorsi guidati. Dalla Chiesa Rupestre della Madonna del Soccorso alla Chiesa di Santa Maria Amalfitana scoprirete le leggende locali, come quella della Cattedrale di Maria Santissima della Madia con la sua sacra icona, rocambolescamente arrivata a Monopoli con una zattera dal mare, e che ora veglia sulla città. Poi colonne infami, resti di necropoli e antichi presbiteri, mistici portali gotici ornati da spettacolari bassorilievi.


Memento Mori - foto di Elisa Chisana Hoshi
Memento Mori 
Vi consiglio di lasciarvi guidare dall'istinto e perdervi un po' in questi magici snodi, per scoprire l'incanto delle piazze e innamorarvi dei chiassi, i piccoli cortili dove la vita scorre con i ritmi di una volta. Proprio al Caffé del Chiasso (che è anche un Albergo Diffuso) ho preso il mio primo aperitivo insieme ai favolosi ragazzi dell'OTMonopoli, l'associazione di operatori turistici monopolitani che mi ha guidata alla scoperta della città. Camminando per il centro arriverete a Porta Vecchia, che con sua spiaggetta cittadina offre uno scorcio bellissimo. Qui si può fare un po' di stand up paddleboarding con vista sulle mura.


SUP con vista sulla città vecchia - foto di Elisa Chisana Hoshi
SUP con vista sulla città vecchia: solo a Monopoli!
In Piazza Garibaldi potrete concedervi un'aperitivo al Premiato Caffè Venezia, da sempre uno dei ritrovi preferiti di Monopoli: io mi sono fermata qui per chiacchierare un po' con i locali. Di fronte, al circolo dei pescatori, ho riscoperto il potere di un gesto: c'era questo gruppetto di signori seduti a chiacchierare, pensavo di fotografarli. Il signore in mezzo, vedendo che puntavo la macchina fotografica verso di loro mi ha detto Scatta, scatta, e io ho scattato. "Com'è venuta?" mi ha chiesto lui. "Una meraviglia!" gli ho risposto io. E mi ha sorriso, con questo gesto soddisfatto.


Il potere di un gesto - foto di Elisa Chisana Hoshi
Il potere di un gesto
Dopo pochi passi uno degli scorci più caratteristici: il Porto Vecchio con le reti e i tipici gozzi blu dei pescatori, praticamente una cartolina. così come questa magnifica vista: una città costiera si ammira nella sua interezza soltanto uscendo in mare, come abbiamo fatto noi con il Caicco Yasemin Sultan e guardando Monopoli anche da un'altra prospettiva.

Il Porto Vecchio di Monopoli - foto di Elisa Chisana Hoshi


Il Porto Vecchio di Monopoli - foto di Elisa Chisana Hoshi


Sul lungomare troneggia il Castello di Carlo Quinto: salite a visitarlo (qui gli orari) perché il panorama da lassù è bellissimo, e date anche un'occhiata al plastico che si trova al primo piano, in pratica è una cartina in 3D di Monopoli che vi aiuterà anche a familiarizzare con la topografia della città. Il Caffé Carlo Quinto, animatissimo la sera con i suoi aperitivi e super tranquillo al mattino, è un'altro di quei panorami sul mare che non si dimenticano. Perché il mare qui si respira, si vive, si sente fin dal primo istante, ma non c'è solo il mare. Qui è dove ho incontrato un signore speciale, ultracentenario, con cui ho chiacchierato per un bel po'.


Carlo Quinto - foto di Elisa Chisana Hoshi
Carlo Quinto, la passeggiata
Con Apulia, la finestra sul mare - insieme alle guide dell’associazione culturale Koiné - ho visitato le meraviglie della Monopoli rurale. Girando per le campagne in bici si entra in un'altra dimensione fatta di ulivi pluricentenari, masserie e straordinarie chiese rupestri. Non mi sarei mai aspettata di vedere affreschi risalenti degni dell'antica Bisanzio in seno una masseria! Io ho scoperto un territorio ricco e variegato, pieno di tesori nascosti. Quelli che mi piacciono tanto.


In masseria - foto di Elisa Chisana Hoshi
In masseria, i tesori della campagna di Monopoli

Info Pratiche

Per spostarsi
Per arrivare a Monopoli si atterra all’aeroporto di Bari, che dista una ventina di minuti. Io ho volato da Torino con Blue Air, volo diretto di un'ora e mezza, e ho portato solo il bagaglio a mano. I mezzi pubblici scarseggiano, e per chi non dispone di un mezzo proprio e vuole esplorare il territorio in tutta libertà consiglio le vespe di Way To Move, un servizio di noleggio giovane e dinamico gestito da ragazzi molto in gamba. Con le loro potrete avventurarvi tra le contrade collinari, da cui si gode di una splendida vista sul litorale, oppure scoprire i lidi del Capitolo, come il Purple Beach e il Lido Belli Freschi.


Le vespe e i ragazzi di Way To Move a Monopoli
Le vespe e i ragazzi di Way To Move a Monopoli
La contrada del Capitolo ospita lunghe spiagge sabbiose, a una manciata di chilometri dal centro città. Le calette monopolitane sono tantissime e tutte da scoprire: a me è rimasta nel cuore quella di Porto Ghiacciolo, che mi ha stregata con i colori del suo mare. Il nome non deriva dal gelato, ma prende origine da un fiotto di acqua fresca che sgorga tra le rocce della caletta. Per me è un posto unico e con un'atmosfera super estiva: l'acqua qui ha il colore del cristallo, e sullo sfondo di un antico scriptorium medievale c'è anche un ristorantino specializzato in piatti di pesce, perfetto per un aperitivo serale ma che per me resterà negli annali dato che è il posto dove ho assaggiato per la prima volta le cozze fritte.

Porto Ghiacciolo - foto di Elisa Chisana Hoshi
Porto Ghiacciolo e il suo mare di cristallo
Dove mangiare
Se amate i colori vi piacerà la colazione del Lido La Perla Nera a Porto Nero, una caletta splendida, affacciata su un tratto di mare trasparente. Da qui si gode di una vista privilegiata su Monopoli, con la possibilità di fare un tuffo già di prima mattina. Cominciare la giornata così è tutta un'altra cosa! 

Colazione con vista alla Perla Nera - foto di Elisa Chisana Hoshi
Colazione con vista alla Perla Nera 
Per l'aperitivo ci sono le megabruschette di Vini e Panini in Piazza Garibaldi, perfette per assaggiare i sapori tipici del territorio, tutti in una volta! Per cena c'è lo strepitoso Ristorante Piazza Palmieri, per una cena di pesce romantica e raffinatissima nella piazza più antica di Monopoli.

Cena di pesce al ristorante Piazza Palmieri - foto di Elisa Chisana Hoshi
Cena romantica a base di pesce al ristorante Piazza Palmieri
Per la sera in contrada Cristo delle Zolle c'è Il Trappeto, che è un locale cult con tante terrazze, ricavato da una vecchia masseria: DJ set, cene a lume di candela e festa fino a mattina, qui si balla tutta la notte tra terrazze all'aperto e una caveau très chic, dove ancora campeggia l'antico frantoio.


Il Trappeto - foto di Elisa Chisana Hoshi
Prima della festa, al Trappeto
Dove dormire
Il mio soggiorno non sarebbe stato lo stesso se non avessi dormito nell'adorabile B&B Le Contrade, una piccola gemma tutta sui toni del bianco, incastonata nei vicoletti del Centro Storico. Serena, rilassata e un po' emozionata sotto questo cielo al tramonto, ho scattato dalla terrazza dell'hotel questa foto: era la festa dei Santi Cosma e Damiano e si sentivano in sottofondo la musica e le voci del centro storico, già brulicante di vita.


Ci sono comunque diverse sistemazioni nel cuore delle città - come i deliziosi B&B San Martino e Carpe Diem - e anche in campagna, come il B&B Don Giovanni. Tenete presente che i muri nel centro storico sono molto spessi, e il cellulare spesso non prende; se siete alla ricerca di un'ottima scusa per staccare un po', beh, l'avete appena trovata.

Riportando tutto a casa

Ho portato con me la voglia di tornare presto in Puglia, con più tempo per assaporare il territorio. Nel frattempo il sole l'ho portato con me, non solo metaforicamente! Nel bagaglio a mano sono riuscita a sistemante un po' di pomodorini dolcissimi, che non a caso si chiamano solarini (il rosso è un colore che fa star bene) taralli, frisellecreme di pomodori secchi e cime di rapa. Se avessi avuto più spazio avrei portato via anche i favolosi vini de Lo sfizio di Vino, con cui ho brindato più volte. Ok, al Lido Marzà non ho resistito. Tra un bicchiere di bianco e una linguina agli scampi ho tirato fuori un cimelio che avevo portato da casa: una pedina del mitico Monopoly! Ho pensato di far provare al mio fiaschetto di legno una delle più grandi emozioni della sua vita, ritraendolo per scherzo nel suo "habitat naturale", una spettacolare caletta monopolitana! :)


Il fiaschetto del Monopoli a Monopoli - foto di Elisa Chisana Hoshi
Il fiaschetto del Monopoly... a Monopoli!
Se avete un amico che è triste e giù di morale ditegli di venire qui in ‪#‎Puglia‬ a ‪#‎Monopoli‬ e gli passerà tutto!
Brindo alle splendide persone che ho conosciuto in questi giorni di meraviglia e scoperte, ai sapori che porto via con me e a un'accoglienza che mi ha scaldato il cuore.


L'accoglienza dei monopolitani - foto di Elisa Chisana Hoshi
Un brindisi con l'OTMonopoli, l'accoglienza dei monopolitani
E se per caso avete un amico che è triste e giù di morale ditegli di venire in ‪‎Puglia‬ a ‪‎Monopoli‬ e gli passerà tutto! Per me è stato esattamente così, e non vedo l'ora di tornarci prestissimo.

http://www.elisachisanahoshi.com/2015/06/monopoli-la-mia-prima-volta-in-puglia.html







lunedì 23 febbraio 2015

Fabio Colucci "BOSS in INCOGNITO" BH Salon

BOSS IN INCOGNITO 2Stasera, lunedì 23 febbraio 2015 dalle 21.10 su Rai 2, va in onda una nuova puntata della seconda edizione di "Boss in Incognito", il programma condotto da Costantino della Gherardesca su Rai 2. Il boss di questa sera si chiama Fabio Colucci ed è il responsabile della BH Salon, che ha all'attivo circa 50 saloni di bellezza è più di 50 mila clienti.
Naturalmente ogni boss che sceglie di partecipare alla trasmissione deve camuffarsi accuratamente per non essere riconosciuto dai propri dipendenti, e solitamente la pagina Facebook ufficiale del programma mostra sempre una foto in anteprima della trasformazione che il protagonista ha dovuto affrontare. Questa volta, invece, Fabio Colucci è stato immortalato con il suo aspetto quotidiano. Per vederlo in incognito dovremo aspettare ancora questa sera.

BOSS IN INCOGNITO 2, ANTICIPAZIONI PUNTATA 23 FEBBRAIO 2015
Dal salone del papà negli anni Settanta, a Monopoli, in provincia di Bari, Fabio Colucci ne ha fatta di strada. Si è trasferito prima a Roma, poi a Londra e di lì in giro per il mondo a raffinare la sua tecnica e a lanciare il suo stile come esempio di glamour italiano. Durante questi anni ha conosciuto Emilio Celotto e, insieme, hanno deciso di lanciarsi in una nuova avventura: aprire una catena tutta italiana, senza permettere alle multinazionali di snaturare il loro concetto di arte. Sebbene sia una realtà relativamente giovane, la loro catena conta già oltre 50 saloni affiliati in tutta Italia e 7 milioni e mezzo di fatturato nel 2013.
Nei suoi saloni ogni anno si effettuano oltre 300.000 tinte e quasi mezzo milione di tagli. Durante la sua settimana in incognito, Colucci si camufferà e lavorerà nei suoi saloni come estetista, rappresentante, apprendista stylist e tecnico colorista. Avrà così modo di osservare più da vicino le criticità e difficoltà della sua catena e trovare soluzioni per migliorare la qualità del lavoro dei dipendenti.
Alla fine del periodo di “affiancamento” il boss in questione sarà in grado di decidere che merito un premio o un riconoscimento e chi, invece, deve essere richiamato all’ordine. Il protagonista della puntata in onda questa sera, dalle 21.10 su Rai 2, è Fabio Colucci, responsabile di BH Salon, importante catena di parrucchieri.
http://www.monopolilive.com/news/Attualita/352616/news.aspx

lunedì 10 novembre 2014

Due ragazzi Monopolitani che volano alto!Il magnifico superleggero"made in Puglia"


 Il magnifico superleggero “made in Puglia” La storia incredibile dei trentenni Luciano Belviso e Angelo Petrosillo, inventori di un iper innovativo aereo a due posti in fibra di carbonio.
Si costruisce a Monopoli, nella loro Blackshape, che è passata da due a settanta dipendenti


Lo sapevate che l’aereo superleggero più veloce del mondo nasce a Monopoli fra gli ulivi più belli di Puglia? E lo sapevate che a costruirlo sono due ragazzi pugliesi poco più che trentenni? E lo sapevate che sono partiti solo con un finanziamento regionale di 25mila euro e una divorante passione per la testa? E lo sapevate che quando sono andati in giro per banche chiedendo di finanziare il loro progetto gli hanno riso in faccia prendendoli per pazzi? E lo sapevate che ora lo esportano da un continente all’altro in 24 Paesi? Miracolo dell’ingegno, della voglia di fare, della meglio gioventù meridionale che, invece di partire, resta al Sud. Anzi nel loro caso, torna.
Va bene Luciano Belviso, laureato in ingegneria aerospaziale a Torino e specializzato a Losanna. Ma il suo amico Angelo Petrosillo ha studi di giurisprudenza alla Sant’Anna di Pisa e specializzazione a Parigi in diritto ebraico, quindi competente di aerei come un geometra potrebbe esserlo di filosofia teoretica. Eppure ciò che ai due frullava per la testa era chiaro già ai loro diciott’anni, quando rinunciarono al regalo di una moto o all’impianto stereo in cambio di due milioni e mezzo ciascuno. Li investirono in azioni della multinazionale veneta che ha coperto palazzi e teatri di mezzo globo con i suoi vetri luccicanti. Segno già di una tigna imprenditoriale non meno che di una attenzione al nuovo: nuova edilizia in questo caso.
Meditavano di fabbricare mobili in fibra di carbonio, nuovo materiale utilizzato già nell’edilizia più futurista. Nuovo materiale studiato nel centro di ricerca universitario di Mesagne, nei dintorni di Brindisi e non lontano da Monopoli. E nuovo materiale col quale ancora qualche chilometro più in là, Grottaglie provincia di Taranto, Alenia contribuisce alla realizzazione dell’aereo più avveniristico oggi in volo, il Dreamliner dell’americana Boeing. Come dire un virus nell’aria.
Detto e fatto, via il vecchio più pesante alluminio e vai col sogno: facciamoci l’aereo in fibra di carbonio. Prima una collaborazione con un’azienda piemontese, poi la domanda reciproca: ma perché non per noi? Decisivo Vito Pertosa, cacciatore di cervelli nonché immaginifico anch’egli, avendo da quelle parti un’azienda che col cosiddetto "treno diagnostico" veglia sulla sicurezza delle Ferrovie da un punto all’altro della Terra, e con un’altra di pari altissima tecnologia ha fornito il sensore che sul robot statunitense sbarcato su Marte è andato a caccia di marziani. Capisce il genio dei due e finalmente li sostiene.

Ed ecco il due posti filante come una fucilata, vaga somiglianza col leggendario Spitfire, 300 chili di peso, 300 km orari, decollo e atterraggio in 180 metri, 18 litri di carburante l’ora: con 50 euro da Roma a Milano. Costo 250mila euro, spazi triplicati nella loro Blackshape, dipendenti da due a settanta, metà donne, quasi tutti ingegneri, lingua ufficiale parlata l’inglese. Così i due terroni che tentarono l’impresa sono il Sud del quale meno parlano tutti coloro i quali più facilmente ne sparlano. Il Sud che dimostra che anche al Sud si può volendo, insistendo, non mollando.
Né è finita. A chi gli chiede cosa vorranno fare da grandi, Angelo e Luciano rispondono senza tentennamenti: un aereo più grande. Occhio agli ulivi di Monopoli: prima o poi di lì partirà, partirà.



http://www.blackshapeaircraft.com/en/
http://www.bridgepugliausa.it/articolo.asp?id_sez=1&id_cat=82&id_art=3794&lingua=it

 
 

 

 

 
 

 


domenica 9 novembre 2014

"Mario" il primo motopesca versione Norvegese costruito nei cantieri navali di Monopoli

      (ANSA) - MONOPOLI (BARI), 19 LUG - E' stato varato ieri, nel cantiere Vincenzo Saponara di Monopoli, il primo peschereccio con prua rovescia costruito in Italia, ordinato dall'armatore Li Causi di Marsala.
   Già da tempo diffuso nei mari del Nord Europa, anche l'Italia si e' lanciata cosi' nella costruzione di questo tipo di imbarcazioni da lavoro. La particolarità di questa imbarcazione - spiega il progettista, l'ing. Francesco Samarelli di Molfetta - è una migliore performance nell'affrontare mare grosso di prua, con la riduzione dei consumi di carburante e delle sollecitazioni strutturali e la garanzia di una maggiore sicurezza in caso di condizioni metereologiche avverse. La prua rovescia, inoltre, permette di sfruttare al meglio lo spazio utile interno aumentando quindi il comfort e permettendo di utilizzare l'intera lunghezza dell'imbarcazione.
   Mario, così è stato chiamato il peschereccio, ha una stazza di 70 tonnellate, e' lungo 19,90 metri e largo 5,80 metri; sarà destinato alla pesca di tonno e pesce spada e avrà base in Sicilia. ll cantiere Saponara ha già due nuove commesse per la costruzione di barche da lavoro con queste caratteristiche. (ANSA).


http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/shippingecantieri/2010/07/19/visualizza_new.html_1873401481.html?idPhoto=2

martedì 17 dicembre 2013

Maestro d'ascia Monopolitano,Saponaro Vincenzo



Fam.Saponaro  Maestri d'ascia anni 60

L'arte del maestro d'ascia affonda le sue radici lontano nel tempo,da quando l'uomo ha iniziato a costruire piccole imbacazioni per poter spingersi lungo la costa e pescare sia per trarne sostentamento che per intraprendere veri e propri scambi commerciali.
A Monopoli l'arte del maestro d'ascia giunge quasi certamente dai greci e romani che con le loro imbarcazioni approdarono nel porto di Egnazia,ma divenne un vero e proprio mestiere con il dominio dei veneziani nel XVI secolo,essendo quest'ultimi abili maestri nel costruire navi di ogni tipo e dimensione.
A favorire la costruzione delle navi fu anche l'enorme disponibilità di materia prima,il legno che proveniva dalla selva di Alberobello,ma anche dai boschi di Noci,Putignano e Gioia del Colle.Fino al 1600 il maestro d'ascia riassumeva in sè tutte le mansioni previste per la costruzione di una barca:la progettazione,la costruzione e la revisione finale,essendo l'unico detentore delle conoscenze che provenivano unicamente dalla sua esperienza e magari tramandate di padre in figlio.
A partire da questi anni e per tutto il secolo successivo,vi fu un proliferare di stusul campo;le discipline tecniche cominciarono ad occuparsi della progettazione delle navi,stilando i primi progrtti e creando di fatto una vera e propria competizione con le potenti famiglie dei maestri d'ascia che fecero di tutto per ostacolarne l'ascesa,temendo la perdita della supremazia.Naturalmente le richieste del mercato richiesero figure sempre più esperte ed una maggiore divisione del lavoro che non esclude il maestro d'ascia,detentore di un sapere prezioso,ma accentuò molto la presenza di figure professionali che si impegnarono nella progettazione.
 
Basti pensare che nel secolo appena trascorso,al legno si affiancorono altri materiali quali la vetroresina,l'acciaio,il compensato marin,il ferro cemento ed anche innovazioni in campo tecnico per l'alaggio e il varo di imbarcazioni di grandi dimensioni. La professione è attualmente definita dal codice navale.L'articolo 280 del regolamento afferma che il maestro d'ascia è abilitato a costruire e riparare navi e galleggianti in legno di stazza lorda non superiore alle centocinquanta tonnellate.Per conseguire l'abilitazione all'esercizio di tale professione occorre aver compiuto i ventuno anni di età,non aver riportate condanne
penali,aver lavorato per almeno trentasei mesi come allievo maestro d'ascia in un cantiero o stabilimento di costruzioni navali.
Monopolitanodoc


fonte:Cantieri famglia Saponaro
"Mare,Marinai e Maestri d'Ascia Monopolitani" di Saponaro Vincenzo,AGAM Edizioni,2009

testo a cura di Maria Marzolla

foto a cura di Angela Marasciulo

Servizio Civile 2012-Comune di Monopoli<<Progetto espressioni d'idendità>>,04 Giugno 2013

sabato 14 dicembre 2013

Equipaggio piroscafo Maria Dormio di Bari

EquipaggioVogliamo concludere con una foto da non considerare storica ma quantomeno interessante.
Questo è l'equipaggio di una delle prime navi attraccate nel porto di Mariupol, era l'anno 1983, gli anni dell'apertura ai traffici commerciali verso l'Europa e questa una delle prime navi italiane a fare rotta continua tra i porti italiani e Mariupol.
Se qualche marinaio di questo equipaggio si riconosce sarebbe bello avere le loro impressioni su questi viaggi.
Monopolitanodoc
http://www.ucrainaviaggi.com/marport-equipaggio.php

Piroscafo Giuseppe Dormio

piroscafo Giuseppe Dormio

Il piroscafo Giuseppe Dormio era costruito a Glasgow nel 1904 per la compagnia Russa FC Zvorono con l’nome Italia. Con tempo la nave aveva cambiato piu’ armatori. Nel 1928 e stata acquistata dall’armatore Barese Giuseppe Dormio che gli ha dato il suo nome. Dopo l’armistizio del ‘43 la nave era passata in mano tedesca. Gestita dalla compagnia Mittelmeer Rederei Trieste. Era a disposizione delle forze armate tedesche. Dormio era un classico esempio di costruzione well deck, come d'altronde anche Luana che erroneamente anche adesso e’ chiamata Dormio. La nave era 72 metri lunga e 12 metri larga, era un classico esempio di mercantili di quel epoca. Affondata il 11 agosto del ’44 saltata su una mina nel Quarnero. Purtroppo 6 marinai morirono nella tragedia.
La nave affondo’ a sud di Fianona sul attuale tragitto di mercantili da e per Fiume. Forse anche qua la ragione perche’ per un bell’ periodo di tempo e rimasta poco visitata e sconosciuta ai sub. Le prime informazioni sul relitto ci arrivano dai pescatori di Fianona che parlavano di un relitto in zona, forse un aereo. Il punto lo abbiamo trovato dopo circa un ora di ricerca. La prima immersione era in programmata per giugno. Oliver ci ha portato sul punto. Una volta trovato sul ecoscandaglio buttiamo la sagola. Massimo ed io ci buttiamo in mare e cominciamo la discesa. Il fondo e 62 metri, la coperta 58. La sagola ha beccato il castello di poppa in pieno. E qui’ la prima sorpresa. Dalle foto in possesso non ci doveva essere un castello di poppa. Sul fondo non ce corrente e la visibilita’ e buona. Una decina di metri. La nave e in assetto di navigazione con la prua verso Fiume. Proseguiamo seguendo il fianco destro della nave verso la prua. Sul fianco si vede una rete a strascico. Proseguiamo e arriviamo a prua. Praticamente tutta la prua fino al albero e coperta dalla rete. Adesso seguendo il fianco sinistro proseguiamo verso la poppa. Cerchiamo di ricordare piu’ dettagli possibile per poter identificare il relitto. Scendiamo sotto la poppa. L’elica e quasi completamente nel fango. Un altro giro su poppa e cominciamo a risalire. Una volta in superficie ne discutiamo. A parte il castello di poppa tutto quadra. Parlando con il giornalista Marijan Zuvic di Spalato, un esperto di navi, vengo a conoscenza dell’ fatto che le modifiche di queste navi erano frequenti in tempi di guerra. Probabilmente anche sul Dormio e stato aggiunto il castello di poppa con una mitragliatrice. Il dubbio resta.
Luglio e agosto non lasciano molto tempo a immersioni esplorative. Ci torniamo i primi di ottobre. Buttiamo la sagola. In acqua Andrea, Giovanni ed io. Purtroppo gia a 50 metri ci imbattiamo in un banco di nebbia. La corrente sul fondo ha alzato il sedimento e ridotto la visibilita’ ad un paio di metri, forse due. Di nuovo abbiamo beccato la poppa. Dopo circa mezzora d’immersione sul relitto il dubbio rimaneva. La visibilita’ era cosi brutta che non eravamo in grado di identificare il relitto. Dopo l’immersione tutti d’accordo su fatto che per essere certi dobbiamo tornarci e trovare una prova che questo sia veramente Giuseppe Dormio. Troppe volte e capitato che relitti erano erroneamente identificati. Speriamo di tornare al piu’ presto su Giuseppe Dormio ho forse un relitto sconosciuto


http://www.krnica.com/i/olupine2.asp?page=4

giovedì 12 settembre 2013

"U sgamme-tent" Venditore ambulante di biancheria tipico Monopolitano

ft-web
ft-web
Emblematico, da questo punto di vista è ciò che si verifica in campo economico, negli anni 60/70,con  l'emergere di un ceto mercantile, detto degli "sgambettante"(termine vagamente  spregiativo, che rimanda all'arte di fare il "pacco"(fregare e scappare subito,cioè di vendere a prezzi alti merce di scarso valore),che in poco tempo avrà uno sviluppo enorme in  città. I commercianti partivano da Monopoli con automobili e furgoni pieni di biancheria di scarso valore per andarla  a vendere nei paesini  della Basilicata, della Calabria della Sicilia non è una novità di quel periodo. Ma è sul finire degli anni '70 che questo lavoro viene eletto a sistema, soprattutto da parte di giovani in cerca di prima occupazione. L'enorme dimensione assunta  dal commercio ambulante è infatti la cartina di tornasole di quella mancanza di progettualità che  il mestiere dello sgambettante non sia più solo  attività economica che pure ha l'indubbio merito di fare da valvola di sfogo alla disoccupazione, specialmente  quella giovanile. La caratteristica (guadagno relativamente facile, lavoro concentrato in tre o al massimo quattro giorni della settimana, ampio tempo libero) lo fa diventare stile di vita che  risponde alla filosofia del tutto e subito e del godimento personale o al massimo familiare di beni di lusso.
Monopolitanodoc
fonte: Monopoli nel '900 di Mimmo Muolo, Domenico Brigida, Martino Cazzorla, Giuseppe Cionti, Vito Intini.

 

martedì 27 agosto 2013

Il borgo,la piazza principale della città di Monopoli.


Il borgo,la piazza principale della città di Monopoli è il palcoscenico dei monopolitani.
Il borgo  venne concepito come piazza moderna, luogo di incontro e di vita dei  monopolitani. I suoi 22.000 mq ne fanno una delle piazze più belle e più grandi di Puglia. I lecci sono piantati nel 1893,mentre la piazza è stata ripaventata ultimamente. Il Ventennio fascista vi  costruì due monumenti. Da un lato la fontana, con tutti gli elementi e i rilievi della retorica  nazionalistica, e dall'altro il Monumento ai Caduti, inaugurato il 24 maggio del 1928 in onore dei 300 caduti monopolitani della Prima Guerra Mondiale. Artista fu Edgardo Simone da Brindisi. Angelo Saponara. Attorno vi è la catena recuperata dall'ancora della corazzata "Benedetto Brin".
La statua del fante combattente, nella prima versione , cadde durante la sistemazione e fu  sostituita, nella nuova versione dell'eroe vittorioso,dal concittadino scultore

fonte: Monopoli nel 900,un secolo di occasioni perduti! di: Mimmo Muolo, Domenico Brigida, Martino  Cazzorla, Giuseppe Cioni, Vito Intini.
Edizioni Vivere in.
Monopolitanodoc