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giovedì 27 dicembre 2012

Fantasma"La Signora con il tamburo al Castello Carlo V,di Monopoli

 
 

ftweb, Monopoli castello Carlo V

Quando negli anni sessanta
ero ragazzino, giocavo con altri ragazzi
coetanei sul porto vicino al castello o dietro al molo Margherita "ret i càscin" la mia mamma anche le altre per spaventarci  specialmente di sera, non fate tardi"sèe nò ièss à signòra co ù tàmborr vi pegn è vi pàrt con ièdd miraccùmenn fègn mè"(non fate tardi se nò esce la signora con il tamburo vi prende e vi porta con sè,mi raccomanda figlio mio),ci riuscivano a
spaventarci sempre, era buio.
Strane presenze, fantasmi che infestano castelli. Anche a Monopoli, Il Castello Carlo V , abbiamo dal fantasma noto come "a fèmn e tàmborr","a signora co u tàmborr" ovvero la donna o la signora con il tamburo. La leggenda è diffusa soprattutto fra le famiglie monopolitani di pescatori e tutti quelli che abitavano nel centro storico vicino al porto zona castello, quando escono con i pescherecci per andare a lavorare narrano di udire, a volte, il suono di un tamburo. La sequenza ritmica proviene sempre dallo stesso punto, ovvero il balconcino che si affaccia sul mare del Castello "Carlo V". Qualcuno sostiene di aver visto, nella notte o all’alba, una figura femminile con abiti bianchi e un tamburo. Altri, invece, sostengono che il fantasma si aggiri sul Molo Margherita, luogo frequentato abitualmente dalle coppiette in cerca di intimità: in questo caso la donna col tamburo li disturberebbe per preservare la castità delle ragazze monopolitane. L’ultima ipotesi che spiegherebbe la presenza della "donna con il tamburo" a Monopoli è legata alla dominazione spagnola: secondo alcuni, infatti, si tratterebbe di una donna spagnola che risiedeva ne castello con il proprio consorte il quale, partito per via mare, non fece più ritorno a casa avendo perso la vita a causa di un naufragio nelle acque antistanti il porto, il famoso Porto Aspergo di Monopoli, difficilmente accessibile e luogo di naufragi per tante navi. Da quel giorno, la donna disperata, nella speranza che il marito faccia ritorno a Monopoli, suona il tamburo per indicargli la giusta rotta. Qualcuno potrebbe anche sorridere di fronte a tal sorta di "storie", nate forse come racconti del focolare, ma si tratti di leggenda o realtà, o forse entrambe le cose, viaggiare nel mondo di quelli che potremmo definire "fantasmi di casa nostra", rappresenta un tentativo di recuperare quegli elementi di cultura popolare orale, straordinariamente ricca, tramandatasi nel tempo e giunta fino ai nostri nonni e che oggi, nell’epoca della multimedialità e dell’informatica, rischi di sparire, nonostante l’indubbio fascino che potrebbe continuare ad esercitare anche al giorno d’oggi.
Cosimo Lamanna
Monopolitanodoc





 ftweb, Monopoli castello Carlo V



ftweb, Monopoli fantasma "la signora con il tamburo"


fonte:
email:linformatore@libero.it
 

sabato 15 dicembre 2012

Monopoli,La Madonna della Madìa:Mistero,religiosità e leggenda.

Monopoli, l'Icona della Madonna della Madia

 Correva l'anno del Signore 1117 e delle serie difficoltà economiche impedivano la costruzione della cattedrale di Monopoli.Malgrado l'attuale vescovo Romualdo non mancasse di citare i fedeli alla preghiera, non si riuscivano a trovare le travi necessarie per completare il tetto dell'opera sacra.
La Santissima Madre non tardò però ad esaudire le preghiere dei suoi figli. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117,la Madonna apparve in sogno al sacrestano della cattedrale di nome Mercurio, consegnandogli un messaggio per il vescovo: le travi, tanto agognate dal prelato per la costruzione del tetto della Basilica, erano già al porto. Per tre volte il sacrestano si recò dal vescovo, per riferirgli che le travi erano già disponibili, ma questi, scettico, non prestò importanza alle parole di Mercurio, ricacciandolo d'ubriachezza. Ma nel cuore della notte, al fine di vincere l'incredulità del vescovo, gli angeli fecero suonare miracolosamente tutte le campane della città, allarmando sia il popolo che il clero, al punto da spingere tutti i cittadini a riunirsi al porto. Qui galleggiava una grande zattera(La Madia) con sopra l'icona. Al porto, il vescovo per tre volte, memore del triplice rifiuto precedente, si ritirò a largo. Solo dopo aver compreso la sua mancanza di fede, Romualdo riuscì ad afferrare il quadro e tenendolo stretto a se, seguito dalla folla di fedeli, lo depose nella cattedrale, dando così vita alla prima processione della Madonna della Madia.
Le travi dell'imbarcazione di fortuna furono immediatamente recuperate ed utilizzate per il completamento dell'opera. Anticamente, in occasione della festa, piccoli frammenti dei sacri legni venivano distribuiti ai fedeli come reliquie. Oggi le travi sono ancora venerate in una cappella dell'attuale cattedrale barocca(1742-70).Dopo il novecento anni risultano essere ancora al tatto fresche e vive. Altre ne sorreggono il tetto, oltre la volta in pietra, come nella precedente basilica romanica a cui si rifà il miracolo della Vergine.
Oggi come allora, la notte del 16 dicembre e la sera del 14 agosto in occasione della festa dell'Assunzione della Vergine,l'icona della Madonna della Madia arriva su una zattera scortata da pescatori e marinai. I subacquei completano la processione sott'acqua e guidano con le loro torce la zattera verso il molo dove, ad attendere la miracolosa immagine, ci sono fedeli e il vescovo della diocesi. La legenda sembra confermata all'ipotesi  del naufragio di una grossa nave da carico ,armata da un certo Euprasio e partita da Costantinopoli. Un'altra ipotesi vuole la produzione dell'icona direttamente in Italia,ad opera di iconografi bizantini, attorno al 1280.
La recente memoria popolare ci tramata che durante li secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un'immagine della Madonna della Madia non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito del bombardamento anglo-americani.

Simbolismo religioso dell'Icona della Madonna della Madia.



.L'Icona detta della" Madia",dalla parola spagnola, ma di origine araba,<<Amadia>>che indica proprio la zattera è una tempera su tavola. L'immagine è del tipo Odigitria,ed ha la peculiarità di reggere col braccio sinistro il Figlio, il quale a sua volta regge con il suo sinistro la Legge; entrambe le destre indicano il movimento tipico delle icone verso lo spettatore.L'occhio destro della Madre esattamente sulla linea di centro dell'icona attira l'attenzione dei suoi figli, mentre con la destra, ed il capo lievemente inclinato, conduce al Figlio, indicandolo. Ancora una volta con la sua destra Gesù benedice il fedele con l'anulare unito al pollice, raffigurante la natura umana e divina che si incontrano, mentre le altre tre dita rappresentano la S.S. Trinità. La posizione esattamente centrale della mano del Bimbo conclude il movimento partito dalla Madre e raffigurato interamente sulla linea di centro dell'immagine. Le lumeggiature e fili d'oro del vestito di Gesù disposti a forma di raggi di sole sono espressione della Sua regalità. La Madre stessa con il braccio sinistro ne è il trono. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione, mentre la fronte alta, tipica di una persona matura indicano la consapevolezza del Piccolo della Sua Missione. Tornando alla sua sinistra è in evidenza il rotolo tenuto da Gesù che ci rimanda anche all'Apocalisse(5,1),dove il Signore in trono ha un libro" a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno sigillato con sette sigilli" se si misura la distanza fra una linea obliqua e l'altra e si completano con le linee nascoste sotto la mano di Gesù si vedrà infatti con facilità che sono esattamente sette. Nessuno sa cosa c'è scritto in quel rotolo, ma ognuno spera che ci sia scritto il proprio nome, infatti la tradizione vuole che la settima introduzione alla "coroncina" dedicata alla Madonna della Madia reciti O Maria S.S. della Madìa, Voi che sapete il segreto di quel foglio, scrivetelo Voi potentissima Madre e sarò salvo".


Ancora e non a caso sulla sinistra, ai piedi di Gesù, vi è una figura più piccola: un abate dell'Ordine di S. Basilio(l'attribuzione è certa poiché il religioso indossa un saio nero),dalla parte opposta un diacono che reca in mano un lungo cero.Altra caratteristica dell'Icona è la mancanza delle scritture liturgiche MHP OY(Mèter Theoù=Madre di Dio)ed IC XC(Iesoùs Christòs=Gesù Cristo) per l'identificazione dei personaggi sacri raffigurati (caratteristica importante nella tradizione bizantina, per l'ammissione al culto delle icone).Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano alle produzioni cipriote o crociate. Le tre stelle sul manto della Vergine(una è coperta dal Cristo)indicano la perpetua verginità di Maria: prima, durante e dopo il parto. Un particolare espediente pittorico, poi, permette alla Vergine di osservare il visitatore posto in qualsiasi posizione prospettica. Il suo doppio manto, indica la sua natura spirituale e umana, lei, creatura, figlia di suo Figlio, madre di Dio e madre dell'umanità. Il retro dell'icona, in modo assai originale,rappresenta una mappa celeste, ove risulta abbastanza chiara la costellazione dell'orsa maggiore.

ftw Monopoli, interno chiesa Madonna della Madìa
 Preghiera alla Madonna della Madìa

di Don Armando Dorsi

Madonna della Madìa,
Stella del mattino,
guida della chiesa verso la verità, la vita.
Ti chiamerò luce, ti chiamerò speranza.
Ave Maria, Ave Maria.
Madonna della Madìa, nostra sorella e madre,
mostra a noi tuo Figlio, segno di grazia e perdono.
Ti chiamerò vita, ti chiamerò certezza.
Madonna della Madìa, venuta a noi dal mare,
sei madre premurosa di questa città che a te s'affida.
Ti chiamerò pace, ti chiamerò fermezza.
Madonna della Madìa, Monopoli ti loda: canta a te il    suo grazie, narra le gioie, le sue pene
                                              Ti chiamerò madre, ti chiamerò dolcezza.
 


ft web Monopoli, l'evento Madonna della Madìa



ft web Monopoli, l'icona


ft web Monopoli, opera pittorica Madonna della Madìa
ft web Monopoli, icona Madonna della Madia


 
 

martedì 27 novembre 2012

Monopolitani Formidabili - tragedia Heleanna 28 agosto 1971



Tragedia M/T Heleanna 28 agosto,1971


Soccorsi tragedia Heleanna 28 agosto,1971


HELEANNA
La storia del naufragio della nave Heleanna inizia negli anni '60 quando l'armatore greco Costantino S. Efthymiadis comprò quattro petroliere svedesi per la loro conversione a navi passeggeri.Le quattro navi furono.

La Maria Gorothon (rinominata Phaistos,nel 1963;

la Soya-Margareta(rinominata Minos),nel 1964;

la Soya-Birgitta(rinominata Sophia,nel1965;

la Munkedal(rinominata Heleanna),nel 1966.

La nave Heleanna .Dopo la riconversione la nave mantennero il loro aspetto ma per accogliere passeggeri furono dotate di cabine poste tra il ponte superiore e la sala macchine. Boccaporti furono poi aperti nelle fiancate. Le navi operarono principalmente tra il Pireo e Creta o tra Patrasso ed Ancona.

Il naufragio della nave Heleanna, in servizio sulla rotta Ancona-Patrasso, si verificò all'alba del 28 agosto del 1971,quando una fuga di gas dai locali della cucina provoca un forte incendio.

Al momento del disastro la nave ,diretta verso Ancona con 1174 passeggeri(circa il doppio dei 620 consentiti)e circa 200 auto vetture, era a 25 miglia nautiche a nord di brindisi ed a 9 miglia nautiche a largo di Torre Canne, nei pressi di Monopoli.

delle dodici scialuppe di salvataggio più della metà avevano gli argani bloccati e non poterono essere calate in mare. Di quelle calate, una, a causa dell'eccessivo affollamento, si ribaltò. L'incidente provocò più di 20 mori di diversa nazionalità,tra cui italiani, francesi e greci, e circa 270 feriti.

Foto aerea della motonave Heleanna durante il soccorso.il comandante della nave, Dimitrios Anthipas, poi condannato sia dalla magistratura italiana che da quella greca per i tragici fatti, cercò la fuga il 30 agosto del 1971,ma venne arrestato nel porto di Brindisi prima di riuscire ad imbarcarsi furtivamente, insieme alla moglie, su una nave diretta in Grecia. Le successive inchieste dimostrarono le pessime condizioni della nave ed il cattivo funzionamento dei sistemi di soccorso e degli idranti antincendio presenti.

E' interessante notare come all'epoca dei fatti, e successivamente fino al 27 febbraio 1973,l'Italia rivendicava solo 6 miglia nautiche come acque territoriali; in tal senso dunque l'incidente avvenne in acque internazionali. Ciò nonostante le autorità italiane dichiararono la loro competenza a processare il comandante della nave sulla base del fatto che parte delle vittime del disastro erano certamente morte in acque territoriali italiane ed almeno una era morta in ospedale a Brindisi. dal canto loro le autorità greche si interessarono alla vicenda dal momento ce la nave batteva bandiera ellenica.

I soccorsi aeronavali partirono da Brindisi, Bari, Monopoli, Taranto e Grottaglie, anche con la partecipazione di alcuni pescherecci privati della marineria di Monopoli(BA) (Laura, Madonna della Madia ,Angela Danese, nuova Vittoria, S. Cosimo)che aiutarono nella ricerca dei dispersi in mare ed al soccorso dei naufraghi. L'incendio venne domato dopo molte ore. Il relitto venne rimorchiato al porto di Brindisi, dove rimane fino al 1974 nei pressi del castello Alfonsino prima di essere rimorchiato ai cantieri navali di La Spezia, demolito e trasformato in chiatta.

Per l'aiuto, soccorsi e l'accoglienza offerti dalla Città di Monopoli e ai comandanti dei pescherecci ai naufraghi del naufragio dell'Heleanna, il 15 ottobre del 1972 il Capo dello Stato Giovanni Leone conferì alla città e ai comandanti dei pescherecci la Medaglia d'Argento al Merito Civile   in riconoscimento dell'antica tradizione di ospitalità e di civismo della sua popolazione.



Monopoli ,monumento della tragedia  Heleanna 28 agosto 1971,
trovarsi parete castello Carlo V, fronte mare vista porto.
Naufraghi dell'Heleanna salvati e presi a bordo del
 peschereccio di Monopoli in soccorso alla tragedia.