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giovedì 27 dicembre 2012

Fantasma"La Signora con il tamburo al Castello Carlo V,di Monopoli

 
 

ftweb, Monopoli castello Carlo V

Quando negli anni sessanta
ero ragazzino, giocavo con altri ragazzi
coetanei sul porto vicino al castello o dietro al molo Margherita "ret i càscin" la mia mamma anche le altre per spaventarci  specialmente di sera, non fate tardi"sèe nò ièss à signòra co ù tàmborr vi pegn è vi pàrt con ièdd miraccùmenn fègn mè"(non fate tardi se nò esce la signora con il tamburo vi prende e vi porta con sè,mi raccomanda figlio mio),ci riuscivano a
spaventarci sempre, era buio.
Strane presenze, fantasmi che infestano castelli. Anche a Monopoli, Il Castello Carlo V , abbiamo dal fantasma noto come "a fèmn e tàmborr","a signora co u tàmborr" ovvero la donna o la signora con il tamburo. La leggenda è diffusa soprattutto fra le famiglie monopolitani di pescatori e tutti quelli che abitavano nel centro storico vicino al porto zona castello, quando escono con i pescherecci per andare a lavorare narrano di udire, a volte, il suono di un tamburo. La sequenza ritmica proviene sempre dallo stesso punto, ovvero il balconcino che si affaccia sul mare del Castello "Carlo V". Qualcuno sostiene di aver visto, nella notte o all’alba, una figura femminile con abiti bianchi e un tamburo. Altri, invece, sostengono che il fantasma si aggiri sul Molo Margherita, luogo frequentato abitualmente dalle coppiette in cerca di intimità: in questo caso la donna col tamburo li disturberebbe per preservare la castità delle ragazze monopolitane. L’ultima ipotesi che spiegherebbe la presenza della "donna con il tamburo" a Monopoli è legata alla dominazione spagnola: secondo alcuni, infatti, si tratterebbe di una donna spagnola che risiedeva ne castello con il proprio consorte il quale, partito per via mare, non fece più ritorno a casa avendo perso la vita a causa di un naufragio nelle acque antistanti il porto, il famoso Porto Aspergo di Monopoli, difficilmente accessibile e luogo di naufragi per tante navi. Da quel giorno, la donna disperata, nella speranza che il marito faccia ritorno a Monopoli, suona il tamburo per indicargli la giusta rotta. Qualcuno potrebbe anche sorridere di fronte a tal sorta di "storie", nate forse come racconti del focolare, ma si tratti di leggenda o realtà, o forse entrambe le cose, viaggiare nel mondo di quelli che potremmo definire "fantasmi di casa nostra", rappresenta un tentativo di recuperare quegli elementi di cultura popolare orale, straordinariamente ricca, tramandatasi nel tempo e giunta fino ai nostri nonni e che oggi, nell’epoca della multimedialità e dell’informatica, rischi di sparire, nonostante l’indubbio fascino che potrebbe continuare ad esercitare anche al giorno d’oggi.
Cosimo Lamanna
Monopolitanodoc





 ftweb, Monopoli castello Carlo V



ftweb, Monopoli fantasma "la signora con il tamburo"


fonte:
email:linformatore@libero.it
 

sabato 15 dicembre 2012

Monopoli,La Madonna della Madìa:Mistero,religiosità e leggenda.

Monopoli, l'Icona della Madonna della Madia

 Correva l'anno del Signore 1117 e delle serie difficoltà economiche impedivano la costruzione della cattedrale di Monopoli.Malgrado l'attuale vescovo Romualdo non mancasse di citare i fedeli alla preghiera, non si riuscivano a trovare le travi necessarie per completare il tetto dell'opera sacra.
La Santissima Madre non tardò però ad esaudire le preghiere dei suoi figli. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1117,la Madonna apparve in sogno al sacrestano della cattedrale di nome Mercurio, consegnandogli un messaggio per il vescovo: le travi, tanto agognate dal prelato per la costruzione del tetto della Basilica, erano già al porto. Per tre volte il sacrestano si recò dal vescovo, per riferirgli che le travi erano già disponibili, ma questi, scettico, non prestò importanza alle parole di Mercurio, ricacciandolo d'ubriachezza. Ma nel cuore della notte, al fine di vincere l'incredulità del vescovo, gli angeli fecero suonare miracolosamente tutte le campane della città, allarmando sia il popolo che il clero, al punto da spingere tutti i cittadini a riunirsi al porto. Qui galleggiava una grande zattera(La Madia) con sopra l'icona. Al porto, il vescovo per tre volte, memore del triplice rifiuto precedente, si ritirò a largo. Solo dopo aver compreso la sua mancanza di fede, Romualdo riuscì ad afferrare il quadro e tenendolo stretto a se, seguito dalla folla di fedeli, lo depose nella cattedrale, dando così vita alla prima processione della Madonna della Madia.
Le travi dell'imbarcazione di fortuna furono immediatamente recuperate ed utilizzate per il completamento dell'opera. Anticamente, in occasione della festa, piccoli frammenti dei sacri legni venivano distribuiti ai fedeli come reliquie. Oggi le travi sono ancora venerate in una cappella dell'attuale cattedrale barocca(1742-70).Dopo il novecento anni risultano essere ancora al tatto fresche e vive. Altre ne sorreggono il tetto, oltre la volta in pietra, come nella precedente basilica romanica a cui si rifà il miracolo della Vergine.
Oggi come allora, la notte del 16 dicembre e la sera del 14 agosto in occasione della festa dell'Assunzione della Vergine,l'icona della Madonna della Madia arriva su una zattera scortata da pescatori e marinai. I subacquei completano la processione sott'acqua e guidano con le loro torce la zattera verso il molo dove, ad attendere la miracolosa immagine, ci sono fedeli e il vescovo della diocesi. La legenda sembra confermata all'ipotesi  del naufragio di una grossa nave da carico ,armata da un certo Euprasio e partita da Costantinopoli. Un'altra ipotesi vuole la produzione dell'icona direttamente in Italia,ad opera di iconografi bizantini, attorno al 1280.
La recente memoria popolare ci tramata che durante li secondo conflitto mondiale, laddove vi fosse un'immagine della Madonna della Madia non sarebbe avvenuto alcuno scoppio a seguito del bombardamento anglo-americani.

Simbolismo religioso dell'Icona della Madonna della Madia.



.L'Icona detta della" Madia",dalla parola spagnola, ma di origine araba,<<Amadia>>che indica proprio la zattera è una tempera su tavola. L'immagine è del tipo Odigitria,ed ha la peculiarità di reggere col braccio sinistro il Figlio, il quale a sua volta regge con il suo sinistro la Legge; entrambe le destre indicano il movimento tipico delle icone verso lo spettatore.L'occhio destro della Madre esattamente sulla linea di centro dell'icona attira l'attenzione dei suoi figli, mentre con la destra, ed il capo lievemente inclinato, conduce al Figlio, indicandolo. Ancora una volta con la sua destra Gesù benedice il fedele con l'anulare unito al pollice, raffigurante la natura umana e divina che si incontrano, mentre le altre tre dita rappresentano la S.S. Trinità. La posizione esattamente centrale della mano del Bimbo conclude il movimento partito dalla Madre e raffigurato interamente sulla linea di centro dell'immagine. Le lumeggiature e fili d'oro del vestito di Gesù disposti a forma di raggi di sole sono espressione della Sua regalità. La Madre stessa con il braccio sinistro ne è il trono. Le gambe incrociate annunciano i momenti della passione, mentre la fronte alta, tipica di una persona matura indicano la consapevolezza del Piccolo della Sua Missione. Tornando alla sua sinistra è in evidenza il rotolo tenuto da Gesù che ci rimanda anche all'Apocalisse(5,1),dove il Signore in trono ha un libro" a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno sigillato con sette sigilli" se si misura la distanza fra una linea obliqua e l'altra e si completano con le linee nascoste sotto la mano di Gesù si vedrà infatti con facilità che sono esattamente sette. Nessuno sa cosa c'è scritto in quel rotolo, ma ognuno spera che ci sia scritto il proprio nome, infatti la tradizione vuole che la settima introduzione alla "coroncina" dedicata alla Madonna della Madia reciti O Maria S.S. della Madìa, Voi che sapete il segreto di quel foglio, scrivetelo Voi potentissima Madre e sarò salvo".


Ancora e non a caso sulla sinistra, ai piedi di Gesù, vi è una figura più piccola: un abate dell'Ordine di S. Basilio(l'attribuzione è certa poiché il religioso indossa un saio nero),dalla parte opposta un diacono che reca in mano un lungo cero.Altra caratteristica dell'Icona è la mancanza delle scritture liturgiche MHP OY(Mèter Theoù=Madre di Dio)ed IC XC(Iesoùs Christòs=Gesù Cristo) per l'identificazione dei personaggi sacri raffigurati (caratteristica importante nella tradizione bizantina, per l'ammissione al culto delle icone).Le aureole a racemi rilevati in pastiglia rimandano alle produzioni cipriote o crociate. Le tre stelle sul manto della Vergine(una è coperta dal Cristo)indicano la perpetua verginità di Maria: prima, durante e dopo il parto. Un particolare espediente pittorico, poi, permette alla Vergine di osservare il visitatore posto in qualsiasi posizione prospettica. Il suo doppio manto, indica la sua natura spirituale e umana, lei, creatura, figlia di suo Figlio, madre di Dio e madre dell'umanità. Il retro dell'icona, in modo assai originale,rappresenta una mappa celeste, ove risulta abbastanza chiara la costellazione dell'orsa maggiore.

ftw Monopoli, interno chiesa Madonna della Madìa
 Preghiera alla Madonna della Madìa

di Don Armando Dorsi

Madonna della Madìa,
Stella del mattino,
guida della chiesa verso la verità, la vita.
Ti chiamerò luce, ti chiamerò speranza.
Ave Maria, Ave Maria.
Madonna della Madìa, nostra sorella e madre,
mostra a noi tuo Figlio, segno di grazia e perdono.
Ti chiamerò vita, ti chiamerò certezza.
Madonna della Madìa, venuta a noi dal mare,
sei madre premurosa di questa città che a te s'affida.
Ti chiamerò pace, ti chiamerò fermezza.
Madonna della Madìa, Monopoli ti loda: canta a te il    suo grazie, narra le gioie, le sue pene
                                              Ti chiamerò madre, ti chiamerò dolcezza.
 


ft web Monopoli, l'evento Madonna della Madìa



ft web Monopoli, l'icona


ft web Monopoli, opera pittorica Madonna della Madìa
ft web Monopoli, icona Madonna della Madia


 
 

martedì 27 novembre 2012

Monopolitani Formidabili - tragedia Heleanna 28 agosto 1971



Tragedia M/T Heleanna 28 agosto,1971


Soccorsi tragedia Heleanna 28 agosto,1971


HELEANNA
La storia del naufragio della nave Heleanna inizia negli anni '60 quando l'armatore greco Costantino S. Efthymiadis comprò quattro petroliere svedesi per la loro conversione a navi passeggeri.Le quattro navi furono.

La Maria Gorothon (rinominata Phaistos,nel 1963;

la Soya-Margareta(rinominata Minos),nel 1964;

la Soya-Birgitta(rinominata Sophia,nel1965;

la Munkedal(rinominata Heleanna),nel 1966.

La nave Heleanna .Dopo la riconversione la nave mantennero il loro aspetto ma per accogliere passeggeri furono dotate di cabine poste tra il ponte superiore e la sala macchine. Boccaporti furono poi aperti nelle fiancate. Le navi operarono principalmente tra il Pireo e Creta o tra Patrasso ed Ancona.

Il naufragio della nave Heleanna, in servizio sulla rotta Ancona-Patrasso, si verificò all'alba del 28 agosto del 1971,quando una fuga di gas dai locali della cucina provoca un forte incendio.

Al momento del disastro la nave ,diretta verso Ancona con 1174 passeggeri(circa il doppio dei 620 consentiti)e circa 200 auto vetture, era a 25 miglia nautiche a nord di brindisi ed a 9 miglia nautiche a largo di Torre Canne, nei pressi di Monopoli.

delle dodici scialuppe di salvataggio più della metà avevano gli argani bloccati e non poterono essere calate in mare. Di quelle calate, una, a causa dell'eccessivo affollamento, si ribaltò. L'incidente provocò più di 20 mori di diversa nazionalità,tra cui italiani, francesi e greci, e circa 270 feriti.

Foto aerea della motonave Heleanna durante il soccorso.il comandante della nave, Dimitrios Anthipas, poi condannato sia dalla magistratura italiana che da quella greca per i tragici fatti, cercò la fuga il 30 agosto del 1971,ma venne arrestato nel porto di Brindisi prima di riuscire ad imbarcarsi furtivamente, insieme alla moglie, su una nave diretta in Grecia. Le successive inchieste dimostrarono le pessime condizioni della nave ed il cattivo funzionamento dei sistemi di soccorso e degli idranti antincendio presenti.

E' interessante notare come all'epoca dei fatti, e successivamente fino al 27 febbraio 1973,l'Italia rivendicava solo 6 miglia nautiche come acque territoriali; in tal senso dunque l'incidente avvenne in acque internazionali. Ciò nonostante le autorità italiane dichiararono la loro competenza a processare il comandante della nave sulla base del fatto che parte delle vittime del disastro erano certamente morte in acque territoriali italiane ed almeno una era morta in ospedale a Brindisi. dal canto loro le autorità greche si interessarono alla vicenda dal momento ce la nave batteva bandiera ellenica.

I soccorsi aeronavali partirono da Brindisi, Bari, Monopoli, Taranto e Grottaglie, anche con la partecipazione di alcuni pescherecci privati della marineria di Monopoli(BA) (Laura, Madonna della Madia ,Angela Danese, nuova Vittoria, S. Cosimo)che aiutarono nella ricerca dei dispersi in mare ed al soccorso dei naufraghi. L'incendio venne domato dopo molte ore. Il relitto venne rimorchiato al porto di Brindisi, dove rimane fino al 1974 nei pressi del castello Alfonsino prima di essere rimorchiato ai cantieri navali di La Spezia, demolito e trasformato in chiatta.

Per l'aiuto, soccorsi e l'accoglienza offerti dalla Città di Monopoli e ai comandanti dei pescherecci ai naufraghi del naufragio dell'Heleanna, il 15 ottobre del 1972 il Capo dello Stato Giovanni Leone conferì alla città e ai comandanti dei pescherecci la Medaglia d'Argento al Merito Civile   in riconoscimento dell'antica tradizione di ospitalità e di civismo della sua popolazione.



Monopoli ,monumento della tragedia  Heleanna 28 agosto 1971,
trovarsi parete castello Carlo V, fronte mare vista porto.
Naufraghi dell'Heleanna salvati e presi a bordo del
 peschereccio di Monopoli in soccorso alla tragedia.
 

venerdì 23 dicembre 2011

Monopoli in cartolina:foto immagini ...e....

Monopoli-vista porto
 

Monopoli-Punta faro rosso levante


Monopoli-porto vista villa comunale


Monopoli-porto vecchio



Monopoli-Vista porto dal faro rosso levante


ft web, Monopoli- vista aerea centro storico


Monopoli-arte Madonna della Madia dei marinai


Monopoli-vista campanile Madonna della Madia


Monopoli-Cristo interno Chiesa Amalfitana

 




Monopoli-chiesa Madonna della Madia


Monopoli.la Cattedrale della Madonna della Madia
Monopoli-Villa Comunale

Monopoli-residuo bellico
Monopoli-vista chiesa S. Pietro



Monopoli-arte Madonna della madia

Monopoli-p.za XX settembre:
La particolarità, che la distingue in tutta la Puglia, e la presenza in tutta superficie il sole.
ft-web, Monopoli, p.za Vittorio Emanuele

ft-web. Monopoli -p za Vit . Emanuele

ft-web, Monopoli-villa comunale

ft-web, non è costa Smeralda, è Costa Monopolitana


ft-web,Monopoli-p.za Garibaldi e biblioteca Comunale

ft-web, non siamo in Sardegna, è Monopoli, lido Porto rosso

ft-web, chi non ha giocato ai 5 sassi?

ft- web, "U  treine" bellissimi ricordi dai nonni.

Alcune foto sono dal Web, grazie agli autori tutti..

domenica 30 gennaio 2011

L'elisir di lunga vita, si trova a Monopoli!

 

L'Elisir di lunga vita (in arabo: الإكسير, al-Iksīr) è  una leggendaria pozione capace di donare vita eterna e immortalità che l'elisir. A tale pozione è collegata la storia dei  miti di Enoch, Thot ed Ermete Trismegisto, dei quali si racconta che abbiano bevuto una sola goccia di questa pozione per diventare immortali.
Ebbene, sembra proprio che il magico elisir, giri per le strade della nostra città.
A dimostrarlo sono i 18 nostri concittadini centenari! Sette sono quelli che hanno compiuto cento anni nel corso di questo 2010, mentre sono ben undici quelli ultracentenari. Vogliamo rendere onore e farli conoscere pubblicando rispettivamente i loro nomi e cognomi : Anna Lopedote, Vitantonia Simona; Angela Amodio; Luigi Laquintana; Marianna Mongelli ; Isabella Palmitessa e Maria Rosa Brescia ( che compirà il suo 100° compleanno il 29 Dicembre ) sono i centenari. Gli ultracentenari sono :  Anna Iaffaldano (105 anni); Giovanni Capobianco ( 104); Francesco Semeraro ( 103); Giuseppe Montanaro ( 102), Michele Giannocaro (101); Annunziata Fantasia(101); Antonia recchia(101); Giovanni allegretti(101); Angela Muolo (101);Francesca Amodio  (101); Rosa Rotondo (101).
Per rendere omaggio a questi nostri illustri e longevi concittadini che racchiudono molta della nostra storia, il Sindaco di Monopoli Emilio Romani ha organizzato una cerimonia a Palazzo di Città, il prossimo lunedì 13 dicembre. Per l’occasione storica, sarà attrezzata una stanza  al piano terra dello stesso edificio.
Sarà l’occasione per scambiare con loro gli auguri in vista delle festività natalizie e festeggiare insieme questo importante traguardo. Per rendere ancora più importante l’avvenimento, saranno presenti anche alcuni rappresentanti delle scolaresche dei 4 circoli didattici della nostra città.
Probabilmente molto presto la nostra città potrà festeggiare il raggiungimento della famosa “quota 50.000 abitanti” che da molto tempo cerca di raggiungere con grande fatica. Sembra ormai non essere più un miraggio ma un traguardo. Nel 2007 ci si è fermati a quota 49.700, lo scorso ottobre l’anagrafe comunale ha certificato che attualmente siamo a quota 49.519: insomma, se i nostri giovani concittadini metteranno su famiglia, fra qualche anno potremo festeggiare il famoso traguardo!
 scritto da Giovanni Petrosillo
http://monopolitube.it/

venerdì 28 gennaio 2011

Il battello della speranza "Dallin" Tenent .Enrico Levi


Foto di monopolimedagliaoro
ft :monopolimedagliadoro-Il battello "Dallin"



Tenente Enrico Levi
In realtà, il battello, su cui hanno prestato servizio marinai di Monopoli, servì per portare in salvo 37 ebrei alla volta, scampati ai campi di sterminio. La destinazione del viaggio era Haifa, in Palestina, dove gli ebrei speravano di poter fondare lo stato di Israele.

Si tratta della riscoperta di un pezzo di storia di Monopoli”, spiega il dirigente Intini, “che per molti anni è rimasta sconosciuta ai più, anzi che solo pochissimi conoscono. Nella situazione tragica di quegli anni, Monopoli assumeva un ruolo strategico, sia per la posizione, sia per la presenza del porto, ed era per questo presidiata da contingenti inglesi e slavi. In questa situazione, partì il battello “Sirius”, successivamente chiamato “Dallin”, che portò in salvo degli ebrei altrimenti destinati a morire.”

“A Monopoli”, spiega Giuseppe Dormio, “i cantieri navali erano stati confiscati con l’occupazione, e gli unici motori che erano scampati alla confisca erano stati quelli nascosti per tempo in campagna; al tempo della richiesta di Levi, però, fu possibile modificare un peschereccio aggiungendovi gli alloggi per i passeggeri, cosicché in breve tempo il battello fu pronto.”
Il consigliere comunale Specchia conclude l’incontro richiedendo formalmente al sindaco Romani la candidatura della città di Monopoli alla medaglia d’oro al valore civile per tutte le vite salvate in questa occasione.

I documenti  rinvenuti su ENRICO LEVI ed il Sirius/Dallin sono pubblicati al seguente indirizzo:

monopolimedagliadoro
http://blog.libero.it/Dallin
http://monopolitube.it/
http://lilianapicciotti.it/
http://vivimonopoli.net/

mercoledì 26 gennaio 2011

Mario Rizzo- MonopolitanoDoc

 
Mario Rizzo" Monopolitanodoc"
Mario Rizzo-scultura
 Mario Rizzo "Monopolitanodoc"

Pittore, Scultore artista liberista multiforme nonché
Chef di cucina.
Sono nato nella bellissima città di Monopoli (BA).
Monopoli-Menòple "Città unica" in tutto per tutto, sono orgoglioso di essere
Pugliese-Monopolitanodoc.
Sono nato nel centro storico vicino al castello Carlo V, cresciuto
col profumo del mare misto alla salsedine, vento di tramontana e il
caldo dello scirocco , all'urlatore del venditore di turno: pescivendolo, frutta e verdura ,lattaio e del  tipico personaggio dell'arrotino(ù filaforbice),
l'ombrellaio a tutto questo si aggiungeva il richiamo urlato  di mamme che richiamavano
                             i loro bimbi e ragazzi .Ho bellissimi ricordi  di fanciullezza.

lunedì 17 gennaio 2011

Il Dialetto Monopolitano Wikipendia prof.Reho


Il dialetto monopolitano (nome nativo djalètte munepletène) è un dialetto parlato nella città di Monopoli. Solitamente incluso nella famiglia del dialetto barese, in funzione della collocazione geografica della città in cui è adoperato, presenta delle variazioni fonologiche e talvolta morfologiche, del tutto peculiari.
Come per la maggior parte degli altri dialetti italiani, il Monopolitano ha vissuto la sua storia di lingua volgare, ovvero "parlata del popolo", e per questo legata all'uso quotidiano conviviale e quasi esclusivamente orale.
Proprio per questa sua natura prevalentemente orale, non esistono delle convenzioni univoche per una sua trascrizione, che risulta particolarmente difficoltosa per le sue differenze fonetiche con l'italiano. Nella trascrizione di detti popolari, commedie in vernacolo e nella produzione letteraria si son seguiti diversi metodi, anche se il più completo appare quello proposto dal prof. Luigi  Reho, autore del Dizionario etimologico del monopolitano e di numerosi versi dialettali.
La salvaguardia dell'enorme patrimonio di identità e di conoscenza storica propria del dialetto è però in lenta erosione a causa del procedere dell'italianizzazione d
Origini
Come le altre lingue romanze il dialetto monopolitano trae origine dal latino, innestatosi su un substrato di parlate pre-esistenti, ed in particolare dal latino volgare maggiormente usato dal popolo (volgo) mentre il primo era la lingua adoperata da eruditi e letterati.
La base latina del monopolitano è stata arricchita nel corso dei secoli con apporti, più o meno consistenti, da parte del greco-bizantino, arabo, francese, delle lingue germaniche, di quelle slave e dello spagnolo. Tali contributi sono figli delle vicissitudini storiche che il territorio di Monopoli ha vissuto nel corso dei secoli, entrando in contatto con diversi popoli e subendo la dominazione di stati stranieri. e lo stesso, figlia della sua mancata salvaguardia e di Fonemi vocalistici [modifica]
Fonetica- fonemi -vocalistici

Secondo il modello del prof. Reho:
  • à - a tonica di suono aperto (es.: sàbbete, sabato);
  • â - suono intermedio tra a ed o, indica anche la concrezione (es.: âssenźjèle, l'essenziale);
  • e - è muta se interna (indicata anche con ë) e poco avvertita, con un suono indistinto, se terminale;
  • ē - e aperta non tonica (es.: affēmè);
  • è - e tonica di suono aperto (es.: sènde, lat. sanctus);
  • é - e tonica di suono stretto (es.: trédece, lat. trĕdĕcim);
  • ê - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: sêre, lat. sēra);
  • E miniscolo con doppio accento acuto.jpg - tonica, o in parola monosillabica, indica un suono indistinto come la e muta (es.: ubbedE miniscolo con doppio accento acuto.jpg, lat. ŏboedīre);
  • í - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed i (es.: jínde, lat. intus);
  • ì - suono intermedio, nelle toniche, tra i ed u (es.: prìme, lat. prīmus);
  • I minuscola con stanghetta verticale.jpg - i tonica (es.: mI minuscola con stanghetta verticale.jpgre, lat. mĕrum);
  • O minuscola con stanghetta verticale.jpg - o tonica (es.: O minuscola con stanghetta verticale.jpgmede, lat. hūmĭdus);
  • ó - o tonica di suono chiuso (es.: róte, lat. rŏta);
  • ò - o tonica di suono aperto (es.: negòźźje, lat. nĕgŏtĭum);
  • ő - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: rēscjőne, lat. ratio, -ōnis);
  • ú - suono intermedio, nelle toniche, tra u ed i (es.: lúsce, lat. lūx, lūcis);
  • U minuscola con stanghetta verticale.jpg - u tonica (es.: fU minuscola con stanghetta verticale.jpgche, lat. fŏcus).
ella cultura dettata dagli odierni mezzi di comunica
nepőte, pl. nepúte.

Indebolimento o caduta della vocale finale non accentata [modifica]

Come per il francese moderno e, solo nel genere maschile, nel catalano, occitano, veneto, friulano, rumeno, francese antico e negli idiomi gallo-italici; il monopolitano ha subito la caduta, o meglio un forte indebolimento, delle vocali finali non accentate.
es.: lat. lŭpus, -a, fr. loup, rum. lup, mon. lúpe.

Comparativo [modifica] Le varie lingue romanze usano per formare il comparativo espressioni perifrastiche che nel monopolitano (come per francese, italiano, sardo, corso, friulano e galloitalico) si formano con continuazioni di plus, mentre in altre sono adoperate continuazioni di magis.

es.: lat. plus, fr. plus, mon. chju.
Numerali [modifica] La parola per indicare il numero 16 si forma in alcune parlate latine con dieci-sei, mentre in monopolitano con sei-dieci, come per il catalano, occitano, francese, sardo, corso, italiano, leonese, friulano, alcuni idiomi galloitalici e per il rumeno.
es.: lat. sēdĕcim, fr. seize, sardo sèighi, friu. sèdis, mon. sédece.

Passato composto [modifica] Come per portoghese, spagnolo, catalano, rumeno e siciliano, nella formazione dei tempi composti del passato di tutti i verbi il monopolitano usa il solo verbo "avere".

Particella affermativa [modificaNel monopolitano "sì" deriva (come per italiano, spagnolo, portoghese e retoromanzo) dal latino sic est.

es.: lat. sic, sp. , it. , mon. sìnezione.
Prof. Luigi Reho
http://it.wikipendia.org/