Il
dialetto monopolitano (nome nativo
djalètte munepletène) è un
dialetto parlato nella città di
Monopoli. Solitamente incluso nella famiglia del
dialetto barese, in funzione della collocazione geografica della città in cui è adoperato, presenta delle variazioni
fonologiche e talvolta
morfologiche, del tutto peculiari.
Come per la maggior parte degli altri
dialetti italiani, il Monopolitano ha vissuto la sua storia di
lingua volgare, ovvero "parlata del popolo", e per questo legata all'uso quotidiano conviviale e quasi esclusivamente orale.
Proprio per questa sua natura prevalentemente orale, non esistono delle convenzioni univoche per una sua trascrizione, che risulta particolarmente difficoltosa per le sue differenze
fonetiche con l'italiano. Nella trascrizione di detti popolari, commedie in vernacolo e nella produzione letteraria si son seguiti diversi metodi, anche se il più completo appare quello proposto dal prof.
Luigi Reho, autore del
Dizionario etimologico del monopolitano e di numerosi versi dialettali.
La salvaguardia dell'enorme patrimonio di identità e di conoscenza storica propria del dialetto è però in lenta erosione a causa del procedere dell'
italianizzazione d
Origini
Come le altre lingue romanze il dialetto monopolitano trae origine dal
latino, innestatosi su un substrato di parlate pre-esistenti, ed in particolare dal
latino volgare maggiormente usato dal popolo (volgo) mentre il primo era la lingua adoperata da eruditi e letterati.
La base latina del monopolitano è stata arricchita nel corso dei secoli con apporti, più o meno consistenti, da parte del
greco-bizantino,
arabo,
francese, delle
lingue germaniche, di quelle
slave e dello
spagnolo. Tali contributi sono figli delle vicissitudini storiche che il territorio di
Monopoli ha vissuto nel corso dei secoli, entrando in contatto con diversi popoli e subendo la dominazione di stati stranieri. e lo stesso, figlia della sua mancata salvaguardia e di
Fonemi vocalistici [modifica]
Fonetica- fonemi -vocalistici
Secondo il modello del prof.
Reho:
- à - a tonica di suono aperto (es.: sàbbete, sabato);
- â - suono intermedio tra a ed o, indica anche la concrezione (es.: âssenźjèle, l'essenziale);
- e - è muta se interna (indicata anche con ë) e poco avvertita, con un suono indistinto, se terminale;
- ē - e aperta non tonica (es.: affēmè);
- è - e tonica di suono aperto (es.: sènde, lat. sanctus);
- é - e tonica di suono stretto (es.: trédece, lat. trĕdĕcim);
- ê - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: sêre, lat. sēra);
- tonica, o in parola monosillabica, indica un suono indistinto come la e muta (es.: ubbed
, lat. ŏboedīre);
- í - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed i (es.: jínde, lat. intus);
- ì - suono intermedio, nelle toniche, tra i ed u (es.: prìme, lat. prīmus);
- i tonica (es.: m
re, lat. mĕrum);
- o tonica (es.:
mede, lat. hūmĭdus);
- ó - o tonica di suono chiuso (es.: róte, lat. rŏta);
- ò - o tonica di suono aperto (es.: negòźźje, lat. nĕgŏtĭum);
- ő - suono intermedio, nelle toniche, tra e ed o (es.: rēscjőne, lat. ratio, -ōnis);
- ú - suono intermedio, nelle toniche, tra u ed i (es.: lúsce, lat. lūx, lūcis);
- u tonica (es.: f
che, lat. fŏcus).
ella cultura dettata dagli odierni mezzi di comunica
- nepőte, pl. nepúte.
Indebolimento o caduta della vocale finale non accentata [modifica]
Come per il
francese moderno e, solo nel genere maschile, nel
catalano,
occitano,
veneto,
friulano,
rumeno, francese antico e negli idiomi gallo-italici; il monopolitano ha subito la caduta, o meglio un forte indebolimento, delle vocali finali non accentate.
- es.: lat. lŭpus, -a, fr. loup, rum. lup, mon. lúpe.
Comparativo [modifica] Le varie lingue romanze usano per formare il comparativo espressioni perifrastiche che nel monopolitano (come per francese, italiano, sardo, corso, friulano e galloitalico) si formano con continuazioni di plus, mentre in altre sono adoperate continuazioni di magis.
- es.: lat. plus, fr. plus, mon. chju.
- Numerali [modifica] La parola per indicare il numero 16 si forma in alcune parlate latine con dieci-sei, mentre in monopolitano con sei-dieci, come per il catalano, occitano, francese, sardo, corso, italiano, leonese, friulano, alcuni idiomi galloitalici e per il rumeno.
- es.: lat. sēdĕcim, fr. seize, sardo sèighi, friu. sèdis, mon. sédece.
Passato composto [modifica] Come per portoghese, spagnolo, catalano, rumeno e siciliano, nella formazione dei tempi composti del passato di tutti i verbi il monopolitano usa il solo verbo "avere".
Particella affermativa [modifica] Nel monopolitano "sì" deriva (come per italiano, spagnolo, portoghese e retoromanzo) dal latino sic est.
- es.: lat. sic, sp. sí, it. sì, mon. sìnezione.
- Prof. Luigi Reho
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